Emancipazione, liberazione e femminismo
30.04.2014 12:47
La questione femminile nasce con la Rivoluzione Francese,quando le richieste delle donne per l'uguaglianza con gli uomini furono bocciate. I movimenti femministi cominciarono a diffondersi nell'Ottocento nei principali paesi europei e negli Stati Uniti quando le donne borghesi si unirono a quelle della classe operaia rivendicando la loro emancipazione, la parità di salario e un minore sfruttamento sul lavoro. L'obiettivo primario delle femministe era però quello di ottenere il diritto al voto; diritto che è stato concesso dopo varie e dure lotte, rese ancora più difficili dall'opposizione dei movimenti e partiti socialisti secondo i quali le rivendicazioni femminili, rispetto a quelle della classe operaia,erano di secondaria importanza.
Negli anni '50, finiti ormai gli orrori della guerra,attorno alla donna si costruì un'atmosfera da favola americana; la donna cambiò visibilmente anche nei costumi: la moda del tempo vedeva questi angeli dello "spremilimoni"(simbolo dell'irruzione degli elettrodomestici nelle cucine italiane) in abiti dalla vita stretta e dalla gonna a ruota,abiti femminili senza alcun dubbio, ma per niente sexy.
Le donne si accorsero presto però che la cucina in cui erano state relegate stava trasformandosi in una stretta prigione.
L'emancipazione quindi non era stata sufficiente: i diritti conquistati con fatica o concessi dall'uomo non hanno liberato le donne né le hanno affrancate dai ruoli tradizionalmente loro attribuiti. E' da questa constatazione che riparte il movimento femminista negli anni Sessanta.